28 November 2010

雨 e torta di mele

una domenica di pioggia e torta di mele

aggiornamento del 21 febbraio 2011
forse è il caso di pubblicare anche la ricetta, che poi è la solita torta allo yogurt con mele aggiunte!
indispensabile scegliere una tazza come misurino, usate sempre la stessa e questa torta non vi deluderà mai!

tre tazze di farina (Schaer oppure 1 di riso + 1 di amido di patate + 1 di fecola di mais)
2 tazze di zucchero (bianco per averla candida, di canna se la volete più rustica)
1 vasetto di yogurt intero da 125 gr
2 uova
80 gr di burro
due mele
zucchero vanigliato (come da prontuario)
pinoli
mezza bustina di lievito per dolci (come da prontuario)

sciogliete il burro a bagnomaria e poi amalgamatelo per bene con lo zucchero quindi aggiungete le uova e continuate a mescolare fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo. incorporate lo yogurt, il sale, le mele - sbucciate e tagliate a tocchetti - ed i pinoli, quindi setacciate poco a poco la farina + lo zucchero vanigliato ed il lievito e poi versate il composto in una teglia da plum cake rivestita con della carta da forno precedentemente bagnata. informate a 180° per 40 minuti circa (fate sempre la prova stuzzicadente per verificare il grado di cottura!)

23 November 2010

focaccine senza glutine (in padella)

ho fatto la prima prova con la tajine nabe che, secondo istruzioni, per la cottura a vapore va utilizzata nel microonde (nel mio entra per miracolo...!) in effetti, rispetto al cestello per la cottura a vapore in dotazione - che è di plastica - con la tajine di terracotta il sapore delle verdure non viene per nulla alterato. devo solo studiare i tempi di cottura (porri e zucca erano perfetti ma i broccoli sono rimasti un po' indietro, forse perché avevano le dimensioni di piccoli arbusti...)



e poi ho cominciato i miei esperimenti con la farina senza glutine della Schaer. considerato che i prodotti Schaer (soprattutto pani vari e biscotti) secondo me sono i migliori per il senza glutine, ho deciso di provare varie ricette consigliate direttamente dai produttori, utilizzando il Mix per pane e quello per dolci. se non ci azzeccano loro con le dosi, chi mai potrebbe riuscirci? così ho provato queso 'pane veloce in padella' - vedi fotina sotto - più che altro perché a leggere la ricetta sembrava veloce da preparare (e abbastanza appetitoso). in effetti è riuscito davvero bene, a parte il fatto che su un lato l'ho bruciacchiato un po'. caldo è buono, appena tiepido è buonissimo e domani saprò se resiste anche per il giorno dopo!


visto che in passata una mia ricetta con tanto di foto è stata utilizzata in un altro blog senza che io lo sapessi - in termini tecnici si dice fregare - ho deciso di mettere il timbro sulle foto di quello che cucino, come le food-blogger vere (mi scappa da ridere) l'importante è essere convinte!

250 gr di farina Schaer (mix b)
100 ml di acqua tiepida
100 ml di latte tiepido
mezza bustina di lievito secco
un cucchiaino di sale
mezzo cucchiaino dizucchero
un cucchiaio di olio di semi di girasole bio

disponete la farina mescolata con il sale in una terrina e fate la classica fontana. versatevi il lievito e lo zucchero e bagnate con 1/3 di acqua+latte, quindi aspettate che il lievito si accenda e aggiungete il resto dei liquidi e l'olio. impastate per bene fino a formare una palla (morbida e compatta) e lasciatela riposare una decina di minuti coperta da un canovaccio umido. quindi dividetela in 4 parti e formate 4 schiacciatine (ungetevi un po' le mani prima di lavorarle) e lasciatele riposare altri 10 minuti su un foglio di carta da forno infarinato. oliate una padella antiaderente e cuocete le schiacciatine 3 minuti per lato (io ho fatto 4+3). ottime tiepide!

e si ricomincia con l'obento (il contenitore l'ho preso al supermercato di Omihachimanshi,circa 2.50 €, ed è stato il mio obento durante tutto il viaggio. a futura memoria

22 November 2010

un inverno di pentole giapponesi

donabe (pentola di terracotta utilizzata per la cucina 'nabemono')

è normale innamorarsi di una pentola??

yukihiranabe, per imparare il nome ci ho messo una decina di giorni...


pensavo di essere stata già troppo fortunata al check in al rientro da Tokyo, con 10 chili di bagaglio in più e 400 € da pagare, misericordiosamente abbonatimi dalla signorina della compagnia aerea che deve aver visto il panico sul mio viso dopo aver pronunciato le fatidiche parole 'sono 40 € ogni chilo in più'.....ed ero convinta al 99% che il pacco di 15 chili che mi ero autospedita il 5 novembre alla vigilia del rientro non sarebbe mai arrivato. invece il Giappone mi porta proprio fortuna, venerdì ho avuto il mio pacco (bè...140 € di spedizione e 30 € di tasse doganali, non proprio indolore, forse me lo sono guadagnato!) e le mie adorate pentole! la tajine nabe (marocchina ma molto di moda in Giappone) regalo di un'amica, le tazze, regalo di Natsu (le sto già usando tutti i giorni Cara Natsu!!) e..ta-taaa..la tanto desiderata donabe (quella blu/verde nella foto) per la cucina 'nabemono'. la cosa buffa è che la signora del negozio in cui l'ho comprata si è raccomandata di farci bollire dell'acqua con un cucchiaio di farina (!!!!) come trattamento preliminare.

la seconda pentola - questa me la sono portata in valigia - è una yukihiranabe, utilizzata soprattutto per preparare il brodo dashi. compare sempre in tutte le riviste di cucina giapponesi che ho, non potevo non comprarla! 27 € più o meno, da Tokyu a Kichijouji (il posto dove comprerò la mia prossima casa!)

Biennale Architettura 2010

chissà perché, la preferisco di gran lunga alla Biennale Arte! sembra che l'architettura mantenga ancora un legame con la realtà, con noi. e ogni due anni continuo a meravigliarmi del fatto che alla fine, senza mentire a me stessa e senza raccontarmi favole, il padiglione giapponese mi piace sempre più degli altri! questa volta è toccata all'atelier Bow-Wow (ma ci si può chiamare così? dai...non è serio!). loro giocano con l'architettura, giocano con l'arte, giocano con il mondo anche nelle faccende più serie. prendono seriamente anche quello che a noi sembra un'inezia, e ci giocano.

modellino a 'grandezza grande' dello studio Bow-Wow. è divertente sbirciare dentro!




si intravede pure la lavatrice...e c'è un grazioso scamiciato a pois appeso in camera (stile molto giappo, se posso dire)

16 November 2010

gnocchi di zucca

al solito, devo lavorare sull'estetica...e per la prossima volta, farli più piccoli: più che gnocchi sembrano canederli (alieni)! però erano buoni...
ingredienti :: purea di zucca, un uovo, farina senza glutine q.b., sale, noce moscata :: per condirli, burro, salvia e pecorino grattugiato

Takayama




alcune foto le ho scattate a cose che avrei volentieri comprato/assaggiato...

Takayama

la torta di mele e pinoli è in forno, la micia si è accaparrata la metà posteriore della sedia su cui sono seduta (o meglio, su cui sto in bilico, visto che lei ora si è messa comoda e si fa la toletta..ecco, è caduta nel madestro tentativo di difendersi da Pichan) e io posso godermi dieci minuti di relax (e del vino rosso) e caricare un altro po' di foto. Oggi tocca a Takayama, che si direbbe un paesino di montagna ma fa più abitanti di Venezia. I primi tre giorni del viaggio, dal 14 al 17 ottobre (il 16 gita a Shirakawago). Tra le meraviglie di Takayama, oltre al famoso manzo di Hida che mi ha fatto capire il vero significato dell'espressione 'i piaceri della carne', c'è il mercato della mattina, 'asaichi', una lunga fila di bancarelle sul lungofiume con tutti i prodotti dell'agricoltura locale (le verdure di Takayama, cavoli..mai mangiato pomodori così buoni!!! si possono assaggiare davvero tutti se non siete celiaci... io sono accontentata delle mele! ) e molte bancarelle di souvenir da turisti rigorosamente fatti in Giappone (finalmente un paese -  una nazione intera - dove ad essere turisti non ci si sente dei perfetti imbecilli).





11 November 2010

Shirakawa-go







queste le ho fatte con il cellulare,  ma mi piacciono ugualmente
p.s.: buon San Martino! mi sono  mangiata le caldarroste alla festa di San Martino tornando a casa dall'ufficio. queste sono le piccole cose che mi fanno amare Venezia.

Shirakawa-go

e chi sarebbe mai tornato?
il pranzo che ho dovuto saltare! gli spaghetti di soba (grano saraceno) che sono una specialità della regione, purtroppo non sono fatti 100% di grano saraceno. persino il tè era mugicha, d'orzo!


una cosa che mi piace del Giappone: nei negozi di omiyage, ovvero souvenir, il 75% delle merci in vendita è di carattere mangereccio! anche la mia amica Momoyo, alla cognata, ha portato dei dolcetti. confermato il mio amore per le rape rosse (ho pure gli orecchini) e per le radici in generale! sono in perfetta armonia con il mio senso estetico e del colore (più che altro, e molto semplicemente, Madre Natura sa creare forme e colori come nessuno mai)

il gelato che ho potuto mangiare! sì, perché a Shirakawa-go c'è una gelateria artigianale che si chiama Sakura dove il gelato è fatto solo con l'essenziale. niente farine, niente glutine, solo latte, zucchero, uova e ..matcha!


questo invece è fu...puro glutine di frumento!

Shirakawa-go





case gassho-tsukuri di Shirakawa-go.
dalle foto forse non si intuisce, ma il villaggio era stracolmo di turisti!!! soprattutto giapponesi, ma anche stranieri. sono belle anche se la mia macchina fotografica era a manovella

Shirakawago



ora che sono tornata, ci sono circa un migliaio di fotografie da sistemare. mica le pubblicherò tutte..alcuni posti devono rimanere segreti perché sono così magici che per loro, finire su internet e per passa parola su facebook e affini, significherebbe morire. o, peggio, cambiare.
il villaggio di Shirakawago, patrimonio Unesco, ritratto con la mia vecchia macchina fotografica (16 ottobre 2010)

back home

piccole cose comprate qui e lì durante il viaggio in Giappone: un daikon fatto di stoffa e degli appoggia bacchetti comprati a Takayama, ciotole con fugu comprate a Kappabashidori, porta shibori giallo e ciotoline comprate da Kikuya a Kichijouji, assieme al set per obento del gatto Kabamaru
sono tornata.
ma soprattutto, sono andata.
sarà nostalgia, tutti i giorni, uno in fila all'altro. trovare piccoli spazi di altrove nella vita inchiodata qui. coltivare un legame che va oltre le mie speranze. l'assurda sensazione che il Giappone mi voglia bene, che mi voglia con sé, proteggendomi come fosse il mio Dio, vegliando su di me come un angelo custode attraverso le sue creature. che mi voglia con sé come io voglio lui.
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