28 February 2006

Sommelier III - Temperatura di servizio dei vini


La temperatura di servizio del vino è un aspetto fondamentale che consente di apprezzare le sue qualità organolettiche in modo appropriato. La tabella che segue riassume le temperature di servizio per le varie tipologie di vini.
Bianchi giovani 10° - 12° C
Bianchi maturi 12° - 14° C
Rosati giovani e leggeri 10° - 12° C
Rosati maturi e corposi 12° - 14° C
Rossi novelli 10° - 14° C
Rossi giovani, poco tannici e leggeri 14° - 16° C
Rossi maturi, tannici e corposi 16° - 18° C
Rossi molto maturi e affinati 18° C (20° C)
Spumanti dolci e aromatici 8° C
Spumanti rossi dolci e aromatici 10° - 12° C
Spumanti “metodo Charmat” 8° - 10° C
Spumanti “metodo Charmat lungo” 10° - 12° C
Spumanti “metodo classico senza anno” 8° - 10° C
Spumanti “metodo classico millesimati” 10° - 12° C
Passiti e Vini Dolci 10° - 18° C
Fortificati o Liquorosi 10° - 18° C


I vini bianchi
Sono in genere più acidi dei vini rossi e, rispetto a questi, sono poveri in tannini e quindi la sensazione di astringenza sarà molto bassa, praticamente nulla. Considerando che una bevanda acida diventa più gradevole a basse temperature, i vini bianchi non vengono generalmente serviti a temperature alte. La temperatura preferenziale per questi vini varia in genere fra i 10° C e i 14° C. I vini bianchi giovani, freschi e aromatici possono essere serviti anche a 10° C mentre quelli meno aromatici a 12° C. Vini bianchi morbidi e maturi, affinati per qualche anno in bottiglia, sopportano temperature più alte e potranno essere serviti fra i 12° C e i 14° C. Servire un vino bianco ad una temperatura più elevata di queste, significa esaltare i suoi caratteri “dolci” a scapito dell'acidità e della sapidità che invece sono considerate caratteristiche gradevoli e desiderate in questo tipo di vino.

I Vini rosati
Il servizio dei vini rosati segue, in genere, le stesse regole dei vini bianchi. Tuttavia è necessario considerare l'eventuale tannicità di questi vini e servirli quindi ad una temperatura più alta in modo da non renderli troppo astringenti. Vini rosati giovani e freschi, tannicità permettendo, si servono fra i 10° C e i 12° C, mentre quelli più robusti e di corpo, compresi quelli più maturi, si possono servire fra i 12° C e i 14° C.

I vini rossi
La temperatura di servizio dei vini rossi dipende da molti fattori, ma vista la loro natura “tannica” e meno acida dei bianchi, solitamente vengono serviti a temperature più alte. Vini rossi giovani poco tannici si servono solitamente fra i 14° C e i 16° C, mentre per quelli più corposi e tannici si può arrivare anche a 18° C. I vini affinati per anni in bottiglia, di corpo e ancora tannici, possono essere serviti a 18° C, eccezionalmente a 20° C. I vini rossi giovani poco tannici e poco strutturati, possono anche essere serviti fra i 12° C e i 14° C senza risultare astringenti e rimanere senz'altro piacevoli. Questa regola è senz'altro vera per i vini “novelli” che, grazie alla loro particolare tecnica di vinificazione, sono poveri in tannini e si possono servire più freddi rispetto agli altri vini rossi, risultando comunque gradevoli.

Vini spumanti
Vista la notevole quantità di tipologie di spumanti esistenti, stabilire una regola valida per tutte avrebbe poco senso. Gli spumanti bianchi dolci e aromatici, come per esempio l'Asti Spumante, vanno serviti ad una temperatura di 8° C; grazie alla loro aromaticità possono infatti sopportare basse temperature. Gli spumanti dolci rossi, come per esempio il Brachetto d'Acqui, possono essere serviti a temperature comprese fra i 10° C e i 12° C; anche in questo caso gli spumanti più aromatici sopportano temperature più basse fino a 8° C mentre per quelli un po' più tannici sarà necessario aumentare la temperatura anche fino a 14° C. Gli spumanti secchi cosiddetti “metodo Charmat” o “metodo Martinotti”, come per esempio il Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano, possono essere serviti a temperature comprese fra gli 8° C e i 10° C. Una considerazione particolare va fatta per gli spumanti “metodo classico”, come per esempio il Franciacorta, e i “méthode champenoise”, come lo Champagne. In genere questi spumanti vengono serviti a temperature comprese fra gli 8° C e i 10° C, tuttavia quando si tratta di millesimati importanti o comunque di spumanti affinati per lungo tempo, si può arrivare anche a 12° C in modo da favorire lo sviluppo degli aromi complessi che lentamente e faticosamente si sono sviluppati nel corso del tempo.

Vini passiti e liquorosi
La caratteristica comune a queste due tipologie di vini è, in genere, l'alta percentuale di alcol e, spesso, sono entrambi dolci. Tuttavia esistono dei vini liquorosi secchi, come per esempio certe tipologie di Marsala e gli Jerez Fino, che contengono una quantità di zuccheri tale da non essere percepita al gusto. Per questi vini la temperatura di servizio va stabilita in funzione di cosa si intende valorizzare. Se si preferisce accentuare le caratteristiche dolci del vino, la complessità dei loro profumi e la loro austerità, sarà bene servirli ad una temperatura alta, fra i 14° C e i 18° C, ricordandosi in questo caso che sarà anche l'alcol ad essere esaltato. Se si intende favorire la loro freschezza, o nel caso di vini molto dolci in cui si preferisce mitigare questo aspetto, sarà necessario servirli ad una temperatura più bassa compresa fra i 10° C e i 14° C. I vini liquorosi secchi, freschi e giovani possono essere serviti anche a temperature più fredde e inferiori ai 10° C: in questo modo la percezione dell'alcol sarà notevolmente ridotta; tuttavia è necessario ricordare che più è bassa la temperatura e minore risulterà lo sviluppo degli aromi. La piacevolezza e la complessità dei profumi tipica di questi vini è una caratteristica gradita e interessante: servirli troppo freddi significa anche sacrificare questo importante aspetto.

26 February 2006

Sommelier III - bicchieri per vini rossi


Vini Rossi Giovani (Fig. .A) - Questo bicchiere è essenzialmente uguale a quello utilizzato per i vini bianchi corposi e maturi, di fatto si può utilizzare tranquillamente lo stesso bicchiere. Questo tipo di vino, con tannini, quando presenti, piuttosto aggressivi, deve stimolare principalmente le parti interne della bocca ed evitare, almeno nella fase iniziale di introduzione nella cavità orale, il contatto con le gengive che a causa dell'astringenza darebbero luogo ad una sensazione tattile poco piacevole. Il corpo del bicchiere dovrà essere inoltre largo in modo da consentire un'adeguata ossigenazione e sviluppo degli aromi.
Vini Rossi Corposi o Maturi (Fig. .B) - Le considerazioni fatte per il bicchiere precedente sono valide anche per questo. Le differenze sono nell'altezza e nella larghezza del bicchiere, in questo caso maggiore, e nell'apertura più stretta che favorirà la concentrazione degli aromi complessi, frutto della maturazione del vino sia in bottiglia sia in botte, esaltandone la percezione al naso.
Vini Rossi Corposi e Molto Maturi (Fig. .C) - La caratteristica di questi bicchieri data dalla loro grande dimensione, con corpo piuttosto ampio per consentire la giusta ossigenazione di vini rossi lungamente affinati in bottiglia e con tannini che hanno già assunto un carattere più morbido. La forma ampia di questo bicchiere consente inoltre di evitare, quando possibile, la decantazione del vino in quanto, data la sua ampiezza, consente un'adeguata ossigenazione del vino, sviluppando aromi complessi e terziari, che saranno ben concentrati nell'apertura più stretta. L'apertura è inoltre alta e diritta in modo da dirigere il vino inizialmente nella parte posteriore della bocca, esattamente per la stessa ragione degli altri bicchieri per vini rossi. Date le sue caratteristiche, questo bicchiere è da utilizzarsi per vini prodotti con uve piuttosto vigorose come il Sangiovese o il Cabernet Sauvignon.
Vini Rossi Corposi e Molto Maturi (Fig. .D) - Questo bicchiere costituisce una variante del precedente e la differenza è da ricercarsi nella sua apertura che tende ad aprirsi. Questa caratteristica dirige il vino verso la punta della lingua, più sensibile alla dolcezza, ed è utile per tutti i vini che con il tempo esaltano la loro componente acida, come per esempio il Pinot Nero e il Nebbiolo

Sommelier III - bicchieri per vini bianchi e rosati


Vini Bianchi Giovani e Freschi (Fig. .A) - La caratteristica principale di questo bicchiere è la forma della sua apertura che tende ad allargarsi rispetto al corpo. Quando il vino viene introdotto nella bocca, questa particolare forma dirige il liquido principalmente nella punta della lingua, più sensibile alla dolcezza, e quindi ai lati della lingua, più sensibili all'acidità. Questo bicchiere è inoltre adatto per i vini giovani e freschi che hanno inoltre un certo residuo zuccherino che deve essere valorizzato. La forma del calice consente inoltre di concentrare i profumi verso il naso e favorendo la percezione degli aromi delicati e fruttati dei vini giovani.
Vini Bianchi Corposi e Maturi (Fig. .B) - Il corpo più largo con apertura maggiore, consentiranno una migliore percezione degli aromi complessi dei vini bianchi maturi. I vini bianchi maturi e strutturati saranno valorizzati in bocca grazie all'apertura diritta che dirigerà il vino nelle parti laterali e posteriori della lingua, per poi giungere, infine, alla punta e valutare quindi, in modo complessivo, la sua morbidezza.
Vini Rosati Giovani e Freschi (Fig. .C) - In questo tipo di bicchiere valgono le stesse considerazioni fatte per il calice per vini bianchi giovani; l'apertura allargata consente di dirigere il vino sulla punta della lingua, più sensibile alla dolcezza, in modo da rendere il vino più equilibrato. Altra caratteristica di questo bicchiere è il corpo largo che consente un'adeguata ossigenazione del vino e quindi un corretto sviluppo degli aromi.
Vini Rosati Corposi e Maturi (Fig. .D) - Per questo calice valgono le stesse considerazioni fatte per i vini bianchi corposi e maturi. La forma più larga del corpo favorisce un'adeguata ossigenazione del vino e lo sviluppo degli aromi.

Sommelier III - tipologie di bicchieri


Una delle caratteristiche fondamentali di un buon bicchiere è che deve consentire il giusto apprezzamento dell'aspetto del vino, pertanto deve essere assolutamente incolore, trasparente, senza decorazioni e sfaccettature.
Il bicchiere dovrà essere preferibilmente di cristallo, tuttavia è più che accettabile anche il mezzo cristallo e il vetro sonoro superiore. Indipendentemente dal tipo di materiale con cui sono stati prodotti i bicchieri, cristallo o vetro superiore, è importante che il suo spessore sia piuttosto fine, possibilmente inferiore al millimetro. Uno spessore maggiore, oltre ad essere fastidioso per il tatto delle labbra, finirebbe anche per alterare la percezione di alcune sensazioni tattili.
I bicchieri da vino dovrebbero avere sempre la forma di calice, una base sufficientemente larga per mantenerli stabilmente in piedi, un lungo gambo e una forma del corpo tale da esaltare le diverse tipologie di vino. L'importanza della presenza di queste caratteristiche è essenziale in quanto consentono di apprezzare e di alterare il meno possibile il vino. Il lungo gambo evita, per esempio, che la mano si trovi in prossimità del corpo del bicchiere con il rischio di alterare la temperatura del vino oltre a trovarsi più vicina al naso e alterare la percezione degli aromi. Per questa ragione il bicchiere va sempre mantenuto per la base, al limite nella parte inferiore del gambo, mai per il corpo. Si ricorda, infine, che un bicchiere va riempito al massimo fino ad un terzo del suo volume.
Ogni vino ha caratteristiche organolettiche proprie e diverse da ogni altro, per questa ragione, ogni vino dovrebbe essere servito in un bicchiere adeguato e capace di valorizzare le sue caratteristiche. I bicchieri da vino sono disponibili in diverse forme e caratteristiche, spesso così “estreme” che certi produttori tendono a produrre forme e tipologie specifiche, non solo per determinati vini, ma anche per determinati vini fatti con certe uve o provenienti da specifiche zone. Se si dovesse seguire realmente tutto ciò che viene proposto dai produttori di bicchieri e dal mercato, ogni appassionato di vino avrebbe bisogno di un apposito locale solamente per la conservazione dei bicchieri, una condizione che, probabilmente, solamente in pochi si possono permettere.
Si deve comunque riconoscere che la forma del bicchiere aiuta a valorizzare un vino e in genere è il risultato di studi e ricerche specifiche, sia sulla percezione organolettica degli aromi e dei sapori, sia su caratteristiche e condizioni fisiche che consentono di favorire la loro percezione. Le figure , , e riportano alcune delle forme di bicchieri da vino più comunemente utilizzate per il servizio. Questo non significa che ogni appassionato di vino che si rispetti debba possedere tutte questi tipi di bicchieri, la disponibilità di quattro o cinque tipi per le diverse tipologie di vino è più che sufficiente.

22 February 2006

Sommelier II - tipologia delle bottiglie










Da sinistra verso destra: Bordolese,
Borgognona, Flauto, Champagnotta, Albeisa


La forma delle bottiglie deriva principalmente dalle tradizioni dei luoghi dove queste venivano prodotte e alcune di queste sono pressoché diffuse in tutto il mondo e utilizzate in modo massiccio per l'imbottigliamento del vino. L'elenco seguente riporta le bottiglie più utilizzate per l'imbottigliamento dei vini oltre ad alcune bottiglie strettamente legate a particolari vini prodotti in determinate zone.
Tipologie di bottiglie

Bordolese
Originaria della zona di Bordeaux, questa bottiglia ha una forma cilindrica, spalle molto accentuate e un collo corto, ed è tra le bottiglie più utilizzate al mondo per l'imbottigliamento dei vini sia bianchi sia rossi. Può essere incolore per i vini bianchi, soprattutto nella zona di Bordeaux, mentre è di colore verde e marrone per i vini rossi – a protezione dalla luce che ne altererebbe le caratteristiche - e spesso anche per i vini bianchi.

Borgognona
Questa bottiglia, originaria della Borgogna, ha forma cilindrica, spalle slanciate e collo lungo, è molto utilizzata nel mondo prevalentemente per i vini bianchi. In Borgogna è indifferentemente utilizzata sia per i vini bianchi sia per quelli rossi.

Flauto o Renana o Alsaziana
Questo tipo di bottiglia è originaria della zona del Reno e dell'Alsazia ed è utilizzata per i vini bianchi. La forma slanciata, senza spalle e senza rientranza sulla base, suggerisce l'uso per i vini bianchi che non lasciano deposito e che vanno consumati in breve tempo (di pronta beva).

Champagnotta
Originaria della zona della Champagne, questa bottiglia è utilizzata in tutto il mondo per i vini spumanti. La forma è molto simile alla bottiglia Borgognona, tuttavia la Champagnotta è di vetro più spesso perché deve resistere ad una pressione maggiore (fino a 12 atmosfere) e ha un cercine molto sporgente per consentire un sicuro ancoraggio della gabbietta.

Albeisa
Tipica bottiglia della zona di Alba e tradizionalmente utilizzata per l'imbottigliamento dei vini sia bianchi sia rossi della provincia di Cuneo. Ha forma cilindrica, spalle slanciate e collo lungo e la sua forma ricorda quella della Borgognona.

Marsalese
Ha forma cilindrica, spalle pronunciate e collo leggermente rigonfiato. Tipica della zona di Marsala, viene utilizzata per l'imbottigliamento del celebre vino fortificato che porta lo stesso nome della città di origine.

Porto
Questa bottiglia è utilizzata per l'imbottigliamento del vino Porto. Bottiglie di forma molto simile a questa vengono utilizzate anche per l'imbottigliamento dei celebri vini di Jerez (Sherry) e Madeira. La sua forma è cilindrica, non molto alta, e con spalle piuttosto pronunciate.

Ungherese
Questa bottiglia, di forma cilindrica e vetro incolore, è utilizzata per l'imbottigliamento del celebre vino Ungherese Tokaji Aszú. La sua capacità è di 0,500 litri.

Bocksbeutel
Originaria della Franconia, questa bottiglia assomiglia ad una fiasca schiacciata ed è utilizzata per l'imbottigliamento di qualunque vino della zona di origine

Sommelier - I - il corso








Chi è il Sommelier?
Il Sommelier è una figura di esperto al quale rivolgersi per le notizie sulle caratteristiche dei vini e degli abbinamenti. Pertanto, egli deve essere in grado di rispondere con competenza alla richiesta di tali informazioni. Poiché si tratta di una materia molto vasta ed in continua evoluzione, egli ha il dovere di arricchire costantemente le proprie conoscenze e di aggiornarsi su tutte le innovazioni eno-tecnologiche.

Come è strutturato un corso per Sommelier FISAR?
I corsi per Sommeliers FISAR si articolano su tre livelli:

Primo Livello
Le funzioni del sommelier
Fisiologia dei sensi
Analisi Sensoriale
Viticoltura
Enologia (vinificazione bianchi)
Enologia (vinificazione rossi e rosati)
Enologia (spumanti)
Enologia (vini speciali)
Enologia (alterazioni, difetti e malattie)
Legislazione vitivinicola
I Distillati
La Birra e le altre bevande - Test finale

Secondo Livello (Enografia)
Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria
Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna
Veneto, Friuli-Venezia Giulia
Toscana, Umbria
Marche, Lazio, Abruzzo, Molise
Campania, Puglia, Basilicata
Calabria, Sicilia, Sardegna
Francia (Champagne, Borgogna, Alsazia)
Francia (Bordeaux, Loira, Sud Ovest)
Francia (Rodano, Provenza, Linguadoca, Rossiglione, Corsica) e Portogallo
Spagna, Germania e resto dell'Europa
Le Americhe
Oceania e Africa
Test finale

Terzo Livello (Abbinamento cibo-vino)
Alimentazione
Metodologia dell'abbinamento-successione dei vini e dei cibi
Gli antipasti
I primi piatti, le salse, i condimenti
Il pesce
Le carni
Le verdure, i funghi, i tartufi
I formaggi
I dolci
Lezione riepilogativa. Cucina del territorio

Possono essere aggiunte da parte della Delegazione organizzatrice ulteriori lezioni per approfondire alcuni aspetti del programma. Durante ogni lezione del primo e del secondo livello si svolgerà la degustazione guidata di almeno due-tre vini. Per accedere dal primo al secondo livello e dal secondo al terzo, occorre superare positivamente una prova d'esame rappresentata da un questionario concernente gli argomenti trattati nel livello. Al termine del terzo livello si terrà l'esame finale concernente tutti gli argomento trattati nei vari livelli. Chi lo supera positivamente riceverà il diploma di Sommelier FISAR.

10 February 2006

Zuppa di patate e trota affumicata



eccola, una delle mie zuppe preferite, zuppa di patate e trota affumicata, preparata per la Vigilia di Natale...con molto successo :)
Ingredienti (per circa 4 persone)
- 3 grosse patate
- 3 porri
due filetti di trota affumicata
- un mazzetto di prezzemolo
- qualche stelo di erba cipollina
una foglia di alloro
- uno spicchio d'aglio
- 150 gr di yogurt greco oppure due o tre noci di burro
- un cucchiaio di semi di papavero
- 8 dl di brodo di pesce o brodo giapponese dashi (io uso il dashi)
- olio extra vergine di oliva
- sale e pepe
- facoltativo (per i non celiaci) pane di segale

Sbucciate le patate e tagliatele a cubetti; pulite i porri e affettateli finemente. Dopo aver lavato le due verdure, mettetele in una casseruola (ottima anche una padella antiaderente con i bordi un po' alti) e copritele a filo con acqua, aggiungendo una presa abbondante di sale grosso e la foglia di alloro. Portate a bollore e fate cuocere a fuoco medio per 20 minuti, fino a che le patate non saranno morbide. Alzate la fiamma e aggiungete due cucchiai di olio, lo spicchio d'aglio sbucciato, l'erba cipollina tegliata finemente e il brodo di pesce (o brodo dashi). Mescolate il tutto e fare cuocere per altri 10 minuti. Infine, unite i filetti di trota spezzettati grossolanamente e cuocete ancora per 5 minuti. Tolta la zuppa dal fuoco, incorporarvi metà dello yogurt*, il prezzemolo tritato, i semi di papavero. Regolate di sale e profumate con una macinata di pepe. Suddividete la zuppa in ciotole individuali e presentatela a tavola con il resto dello yogurt servito a parte in una salsiera. Accompagnate con fette di pane integrale o di segale leggermente tostate.

* al posto dello yogurt, la si può condire con due noci di burro, che arricchiscono molto il sapore.

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