23 April 2012

la micia in tutte le salse, mini-quiches senza glutine e Nakamisedori ad Asakusa

ho tentato inutilmente di organizzare le fotografie in modo che non scorressero per due kilometri in giù, visto che ne ho caricate un bel po'. di certo un modo c'è, ma lo ignoro, visto che ormai da mesi accedo a blogger da un netbook su cui non scarico mai aggiornamenti e da cui la navigazione (così come l'esplorazione delle nuove funzioni di blogger) non è proprio comodissima.
una mini carrellata di foto della micia (e una è misteriosamente scivolata in fondo) che il 7 aprile ha compiuto dodici anni!




e l'ennesimo esperimento di quiches. le basi non sono male, rispetto alle versioni precedenti ho solo diminuito la quantità di burro...(bè, 20 gr in meno) e queste sono farcite con patate - pancetta - timo.
per la pasta brisée:
200 gr di farina (100 gr di Schaer per dolci visto che avevo finito quella per pasta e gnocchi, 50 gr di farina di grano saraceno come da prontuario, 50 gr di farina Coop senza glutine)
80 gr di burro
un tuorlo d'uovo
un pizzico di sale
acqua q.b.

per la farcitura, scottate in acqua salata bollente due patate rosse tagliate a cubetti (con buccia) per sette minuti, scolate e trasferitele in una padella antiaderente facendole rosolare con poco burro, aggiungetevi 100 gr di pancetta affumicata precedentemente saltata (bastano due minuti) e fare andare per due, tre minuti ancora. in unaterrina sbattete due uova con qualche cucchiaio di crema di riso senza glutine (io ho usato la Crema di riso per cucinare IsolaBio), insaporite con un pizzico di sale, pepe, noce moscata e incorporatevi le patete e la pancetta, agiungete abbondante timo fresco e la farcia è pronta. questa volta ho passato le basi in forno a 175 gradi per dieci minuti,quindi le ho farcite e le ho fatte cuocere per altri 18 minuti. davvero buone, e più leggere rispetto a quelle per le quali avevo utilizzato la panna di soia (buona, ma tostissima!)


un fuori tema giapponese, giusto per un contrasto di colore. Nakamisedori verso il tempio Senso-ji ad Asakusa, Tokyo.

la Tora!


bilancio proteico del fine settimana: uova presenti nel mio frigorifero sabato mattina > 13
uova presenti nel mio frigorifero oggi  pomeriggio > 1

ma ne ho acquistata una confezione da 6 in serata.

17 April 2012

peldicarota

le mie mattonelle sono la prova incontrovertibile dell'estrema elasticità del concetto di angolo retto..
inganno il tempo in attesa dello scadere delle 24h dalla botta che ho preso in testa ieri sera (classico spigolo di stipetto dimenticato aperto ... ) con un ripasso dei punti base all'uncinetto e una mattonella old america (quella tutta arancio, le altre credevo lo fossero ma a quanto pare ho inventato i punti...) uncinetto = mattonella, patchwork = piastrella. le certezze della vita

e con una torta alle carote di ricetta Schaer adattata un po'.
con il minipimer frullate, poco per volta (a seconda del tipo di minipimer che usate!) 300 gr di carote (pulite ed affettate) e 100 gr di nocciole, a cui aggiungerete 100 ml di olio di girasole bio e tre uova. ottenuto un composto cremoso e omogeneo, trasferitelo in una terrina e incorporatevi: 160 gr di zucchero di canna, 100 gr di farina di riso senza glutine, come da prontuario, 200 gr di farina per dolci Schaer, un pizzico di sale, scorza di limone e una bustina di lievito per dolci (io uso Pedon). versate l'impasto in una tortiera foderata di carta da forno e infornate a 180° per 50 minuti circa. spolverizzate con zucchero a velo.

la ricetta originale della Schaer prevedeva mandorle al posto delle nocciole e tutta farina per dolci Schaer, ma trovo che usando solo la Schaer 'pura' i dolci tendano a seccarsi troppo, mentre con una parte di farina di riso il dolce rimane più morbido e mantiene la giusta umidità anche nei giorni successivi (mangiarlo tutta in una sera non sarebbe saggio..) 

05 April 2012

punizione

cattiva
cattiva
cattiva
cattiva
cattiva
cattiva
cattiva
metto me stessa in punizione per...diciamo una settimana,. non per essere stata troppo cattiva, ma per non aver avuto il coraggio di esserlo fino in fondo. che è molto peggio.
se il buio mi piace, perché devo fingere di appartenere alla luce?

03 April 2012

Muji to go!

le foto non sono un granché, ma il negozio c'è, reale e innegabilmente lì, ai piedi dell'orrido (ehm...) ponte di Calatrava (sulla dx lato Stazione Ferroviaria) Santa Lucia 23, telefono 0412440076, (chissà se sarà il primo numero di telefono che imparo a memoria dopo anni di oblio da cellulare...), Venezia. finalmente un piccolo angolo di Giappone a mezz'ora da casa mia, finalmente un negozio un po' diverso (anche se - almeno oggi -troppo stipato di studenti c@@ca@...ops di Nipponistica .. ai 'miei tempi' non eravamo così mannaggia, ci davamo molte meno arie! mah).
piccolo è piccolo, anche un po' spaesato, al limite (è nel paese sbagliato!). ma finalmente, in questa città desolata che sento sempre meno mia, ho un comfort-corner aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30 per la mia dose settimanale di droga-Giappone

la parte per il tutto. un barattolo di cotton-fioc scritto in kanji come la pioggia di fiori di ciliegio lungo la passeggiata del filosofo a Kyoto, mi perdo nel candore di una gomma da cancellare perfettamente impacchettata che sa ripulirmi l'anima di ogni impurità e ricordo. potere taumaturgico dello shopping che riesce a dare l'illusione di essere altrove.

 la mostra di sabato scorso, all'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti

e il pranzo di qualche sabato fa, giusto perché meritava un suo piccolo spazio! zuppa di miso alla zucca, riso e yakitori sale e pepe
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