23 February 2012

due gatti, una casa ed un cuore

fotografata stando in piedi sul letto! ci sono due gatti, una casa ed un cuore
Torachan che staziona perennemente vicino al termosifone
 un post sintetico con tante foto, come al solito. il pc fisso continua a non accendersi e sul netbook non ho neppure il pacchetto office, per cui scrivo col blocco note (del netbook) tenendo aperto anche njstar per quelle poche pochissime parole in giappo che infilo qui e là. mi attendono le ultime due lezioni di patchwork e un luungo lavoro di trapuntatura a mano, visto che, come si vede dalla foto, la futura coperta è diventata abbastanza grande! finita questa, anzi, in parallelo con la trapuntatura, mi dedicherò a qualche lavoro più piccolo, rigorosamente giappo.

il 'pranzo del sabato'

le mie polpettine macrobiotiche
e poi l'obento. ho ricominciato a prepararlo con regolarità, dopo aver preso le misure alla mia scrivania che ora è anche la mia tavola da pranzo. per ora nessuno si è lamentato, e, parlato col mio medico per un eventuale certificato 'è celiaca fatele mangiare le cose che si prepara a casa', mi sono un po' tranquillizata.
non siamo un ufficio pubblico, mangio durante la mia pausa e comunque il mio lunch box è 'comodo' da mangiare (niente lunghissimi spaghetti al pomodoro che fanno schizzare sugo dappertutto e tutto hitokuchi, ovvero 'singolo boccone'). l'obento della settimana, di estreema soddisfazione: riso integrale con carote (notare la meraviglia del mio stampino a forma di foglia di ginko), polpette macrobiotiche noci+broccoli, zucca+pioppini trifolati, spinaci con sesamo e mezzo uovo sodo. gli obento no carne stanno diventando la regola e la cucina giapponese macrobiotica è un'ispirazione quotidiana.

e questo è il menù del sabato (fumante!) la mia versione della zuppa giapponese in mancanza di miso (merita un capitolo a parte), polpette marcobiotiche con finocchi e carote al sesamo, zucca e broccoli al vapore, irimame (fagioli di soia croccanti, a cui ho aggiunto del tamari. di solito si mangiano il 3 febbraio, giorno di Setsubun) e riso.

velocemente, la ricetta per le polpette. copiatela ma solo in cucina!
per 8 polpette medio piccole
:: le cime/fiori di un amorino cotte a vapore
:: dodici noci, più o meno, tritate grossolanamente
:: una patata rossa di medie dimensioni
:: qualche cucchiaio di farina Schaer Mix b, in mancanza di questa anche Mix it DS va bene
:: sale pepe, poco olio di semi di girasole
:: tamari (garantito senza glutine) q.b.

in una ciotola riunite i broccoli schiacciati con la forchetta, le noci tritate, la patata sbucciata e grattugiata finissimamente, sale e pepe e amalgamate un po' prima di aggiungere la farina. tre cucchiai da minestra di farina dovrebbero bastare, comunque andate a tatto ed impastate con le mani fino ad ottenere un impasto consistente e non troppo bagnato. ungetevi le mani con dell'olio e formate delle piccole polpette schiacciate.
scaldate in una padella antiaderente poco olio e disponetevi le polpette, abbassate la fiamma e coprite lasciando cuocere circa 6 minuti per lato. per caramellare ed insaporire le polpette, aggiungete uno o due cucchiai da minestra di tamari e alzate la fiamma, rigirando le polpette in modo che si insaporiscano per bene! sono buone!

 


gi irimame si preparano il giorno di Setsubun, il 3 febbraio


14 February 2012

eating out at Takayama

piccoli capolavori del fatto a mano giapponese. credo che il Giappone sia uno dei pochi paesi al mondo in cui i classici souvenir da turisti non deludono con la solita etichetta 'made in China'. anzi, come molte prodotti dell'artigianato locale, di solito, hanno una qualità e una ricercatezza sorprendenti. i bucciottini rossi sulla dx sono dei sarubobo, bamboline portafortuna tradizionalmente fatte con avanzi di tessuto (per questo senza 'faccia') tipiche di Takayama
mood: nostalgico. torniamo indietro di un po', al primo giorno del viaggio per la precisione - 14 ottobre 2010 - con la prima esperienza gastonomica su suolo giapponese, da celiaca (ovvero, da quando so di esserlo, perché nei miei mesi lì da studentessa universitaria mica ancora lo sapevo! tant'è che lavoravo in una spaghetteria - tutta giapponese - e ci pranzavo tutti i giorni!). comunque, con buona pace della mia dieta tendente al vegetariano, in Giappone la scelta più semplice e sicura per me è stata la carne (io..come dire.. sono anche allergica ai crostacei...). Soprattutto quel meraviglioso universo che è lo yakiniku, la carne alla griglia (griglietta), compresi yakitori (spiedini di pollo), notissimi nella loro versione caramellata sulla brace con una salsa a base di shoyu (a noi celiaci vietata) ma deliziosi anche in versione 'shio to kosho', sale e pepe (con griglia pulita messa a posta per me, perché lì il cliente è davvero sacro, e le allergie sono molto 'considerate').

i funghi sono 'eringi', io pensavo fossero tipici loro ma stando a wikipedia dovremmo averli anche qui...

comunque, il posto delle foto si chiama Ajikura, ed è una macelleria con annesso ristorante (qui qualcuno ci avrà mai pensato?) e servono il famoso manzo di Hida. devo ammettere, un burro in bocca, e ogni taglio un sapore diverso (qui io la carne non la distinguo). una cosa che apprezzo della ristorazione giapp è che non ti servono una bistecca da 400 gr ma fettine davvero piccole di carne di tagli diversi, così alla fine delle serata ne hai assaggiate un tot senza mangiarne quintali (qui eravamo in tre). senza la mia amica Momoyo, che è venuta a trovarci a Takayama prima di ospitarci da lei a Kyoto, non so se mi sarei avventurata qui...e altrove. mi ha dato il coraggio necessario a rompere il ghiaccio, credo. e con lei ho assaggiato cose davvero diverse, compreso il gelato di patata dolce. da Ajikura abbiamo cenato la prima sera (dopo 12 ore di volo, trasferimento da Narita a Shinagawa e poi da lì altre 4 ore di treno fino a Takayama...) e la terza del nostro soggiorno a Takayama.
anche la zucca era buonissima

il bicchierone di birra non è mio! l'acqua ghiacciata è sempre compresa, ma per accompagnare la cena invece del tè verde mi hanno portato del tè di mais (giallo paglierino e dall'intenso profumo di...pannocchia bollita!). i fine serata, poi, al bar dell'hotel di Momoyo, il Best Western Takayama, con dell'ottimo vino rosso. collasso finale sul futon nella nostra stanza da Irori Sosuke.
e chi se lo scorda più.


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