31 January 2011

Washoku

finalmente ho assaggiato questo miso di riso (specifico per persone allergiche alla soia), comprato in un negozio di alimenti naturali a Kichijouji.
questo è il negozio. i supermercati giapponesi sono il paradiso su questa terra.
久しぶりにブログを更新しました!!吉祥寺のNatural Houseで買った米の味噌で(大豆なし/グルテンもなしかな?) 味噌汁を作ってみました。十年振りに味噌汁を食べて「やっぱり、味噌汁はいちばん」!お腹。。。大丈夫です!




questo è il miso per allergici alla soia. dato che il mio problema con il miso classico è legato ad eventuali contaminazioni con l'orzo - tra i tipi di miso c'è anche quello d'orzo e non posso essere sicura che quello classico di riso sia prodotto in contenitori 'puri' - considerando però che quello per gli allergici alla soia è prodotto solo in due varietà, di riso e di miglio, senza altri ingredienti tranne il sale, forse il miso di riso/zero soia è sicuro per chi è allergico al glutine...così ci ho preparato due cene (se devo avvelenarmi, meglio farlo alla grande)

 cena di sabato
zuppa di miso, riso al vapore, verdure saltate alla Momoyo (i pioppini sono eccellenti sostituti dei funghi giappi in varie ricette) frittata tipo okonomiyaki (se dico che sopra ci sono del ketchup e delle scaglie di pesce secco inorridite..?)
 pranzo di domenica
zuppa di miso, riso al vapore, kabocha no nimono zucca stufata alla giapponese), salmone al cartoccio con cipollotti e pioppini
sintomi gastrointestinali: non pervenuti
peccato, ne ho preso solo una confezione.

pirottine

odio la parola 'pirottine'. in effetti, credo che neppure esista.
ho assaggiato con gli occhi dei mini souffle di riso e zafferano in un bacaro dietro San Marco, in campo della Guerra (riapre il 17 febbraio, magari riuscirò a rubare una foto) preparati nelle formine di silicone, e io le ho usate alla mia maniera.

invece della solita frittata, con tre uova un po' di pancetta e una patata rossa cotta a vapore e fatta a dadini si possono fare 6 sformatini come quelli nella foto.  dato che se potessi mangerei uova tutti i giorni, e che i giapponesi a cui l'ho chiesto sostengono che un uovo al giorno sia la quantità tollerata dai medici nipponici, con questo sistema divido tre uova per sei giorni, non mi sento in colpa  e ho un ottimo riempitivo per i miei obento. le varianti che si possono inventare sono tantissime (prossimamente)

ex soufflè* (appena li ho ritirati dal forno si sono sgonfiati) di zucca e ricotta (e parmigiano)
*non sono soufflé, perché quando ho letto la vera ricetta per il soufflé mi sono subito scoraggiata, panna, bianchi montati a neve e che è!!! comunque, buoni

senza titolo

scatto miriadi di foto con l'idea di caricarle sul blog - la scorsa settimana ho fotografato cucina + camera da letto in stato di caos totale per corredare un ipotetico futuro post intitolato 'prima e dopo', della serie che per trovare stimoli a mettere in ordine casa farei di tutto - e poi la sera trovo sempre una scusa plausibile per non accendere il pc e per crollare sul divano, dopo la dose quotidiana di formaggio e vino rosso. che non sia una sana abitudine lo so da sola e sempre, dopo aver peccato, ripeto buonissimi propositi per il giorno dopo - sembrano così semplici da seguire, a sensi appagati, che ne aggiungo un paio per fare le cose in grande, tipo studiare tutti i giorni proprio tutti e rimettermi a scrivere - e poi li lascio scivolare rimanendo appena indietro, queltanto che basta per ritrovarmi sempre sul divano della sera prima. il guaio, con le foto delle ricette, è che non ci sono memorizzate le quantità. più o meno mi basta sapere gli ingredienti per replicare un piatto - tanto più che dalle ricette dei giornali ne scarto di default la metà, di ingredienti, perché un piatto che ne richieda più di quattro è un pastroccio a meno che non si tratti di minestrone.  quanto basta, come diceva mia nonna facendomi sempre arrabbiare, è l'illuminazione del Budda in cucina. e se un ingrediente manca dalla dispensa, tanto indispensabile non doveva essere, se ne può fare a meno. al limite, ci metto un uovo.

10 January 2011

fuori tempo massimo

ho scattato una miriade di foto durante le vacanze - che tali non sono state visto che sono andata quasi tutti i giorni in ufficio (approfitto finché ne ho uno..) - e mi ero ripromessa di caricarne un po' prima che la Befana si portasse via tutte le feste, cosa che puntualmente non ho fatto.

le promesse disattese. in fondo non è mai troppo tardi per rimediarvi, soprattutto se le facciamo a noi stessi (visto che sono praticamente l'unica a leggere questo blog!).

così, mentre lascio che i piedi mi si congelino sul parquet in attesa che mi si asciughi lo smalto - ormai ho perso sensibilità fino alla caviglia - rendo omaggio al più insolito albero di Natale che abbia mai visto (lo avevo fotografato anche nel 2009 con la mia vecchia Fuji, ma con la Canon PowerShot SX210 IS x non fare pubblicità , quest'anno mi è venuto decisamente meglio.

Buone Feste




l'albero di Natale è appeso al soffitto, al posto del lampadario!

eccolo più da vicino. in barba alla privacy, la casa è un primo piano che affaccia in Campo Santi Giovanni e Paolo, lato pasticceria Rosa Salva :)
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