14 February 2012

eating out at Takayama

piccoli capolavori del fatto a mano giapponese. credo che il Giappone sia uno dei pochi paesi al mondo in cui i classici souvenir da turisti non deludono con la solita etichetta 'made in China'. anzi, come molte prodotti dell'artigianato locale, di solito, hanno una qualità e una ricercatezza sorprendenti. i bucciottini rossi sulla dx sono dei sarubobo, bamboline portafortuna tradizionalmente fatte con avanzi di tessuto (per questo senza 'faccia') tipiche di Takayama
mood: nostalgico. torniamo indietro di un po', al primo giorno del viaggio per la precisione - 14 ottobre 2010 - con la prima esperienza gastonomica su suolo giapponese, da celiaca (ovvero, da quando so di esserlo, perché nei miei mesi lì da studentessa universitaria mica ancora lo sapevo! tant'è che lavoravo in una spaghetteria - tutta giapponese - e ci pranzavo tutti i giorni!). comunque, con buona pace della mia dieta tendente al vegetariano, in Giappone la scelta più semplice e sicura per me è stata la carne (io..come dire.. sono anche allergica ai crostacei...). Soprattutto quel meraviglioso universo che è lo yakiniku, la carne alla griglia (griglietta), compresi yakitori (spiedini di pollo), notissimi nella loro versione caramellata sulla brace con una salsa a base di shoyu (a noi celiaci vietata) ma deliziosi anche in versione 'shio to kosho', sale e pepe (con griglia pulita messa a posta per me, perché lì il cliente è davvero sacro, e le allergie sono molto 'considerate').

i funghi sono 'eringi', io pensavo fossero tipici loro ma stando a wikipedia dovremmo averli anche qui...

comunque, il posto delle foto si chiama Ajikura, ed è una macelleria con annesso ristorante (qui qualcuno ci avrà mai pensato?) e servono il famoso manzo di Hida. devo ammettere, un burro in bocca, e ogni taglio un sapore diverso (qui io la carne non la distinguo). una cosa che apprezzo della ristorazione giapp è che non ti servono una bistecca da 400 gr ma fettine davvero piccole di carne di tagli diversi, così alla fine delle serata ne hai assaggiate un tot senza mangiarne quintali (qui eravamo in tre). senza la mia amica Momoyo, che è venuta a trovarci a Takayama prima di ospitarci da lei a Kyoto, non so se mi sarei avventurata qui...e altrove. mi ha dato il coraggio necessario a rompere il ghiaccio, credo. e con lei ho assaggiato cose davvero diverse, compreso il gelato di patata dolce. da Ajikura abbiamo cenato la prima sera (dopo 12 ore di volo, trasferimento da Narita a Shinagawa e poi da lì altre 4 ore di treno fino a Takayama...) e la terza del nostro soggiorno a Takayama.
anche la zucca era buonissima

il bicchierone di birra non è mio! l'acqua ghiacciata è sempre compresa, ma per accompagnare la cena invece del tè verde mi hanno portato del tè di mais (giallo paglierino e dall'intenso profumo di...pannocchia bollita!). i fine serata, poi, al bar dell'hotel di Momoyo, il Best Western Takayama, con dell'ottimo vino rosso. collasso finale sul futon nella nostra stanza da Irori Sosuke.
e chi se lo scorda più.


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