24 November 2008

コロッケ crocchette di mais


da piccola erano le crocchette di patate che mangiavo alla mensa della scuola
a casa, i sofficini findus - e poi, già cresciuta, le speedy pizza - findus! - sole a casa, io e mia mamma, a non aver voglia di cucinare ed ecco, il tostapane si tira fuori in un attimo, pronte davvero in cinque minuti - io che faccio il verso alla pubblicità, mia mamma si accende una sigaretta, i capelli raccolti a chignon e arabeschi di fumo come fosse appena uscita da un film di gangster anni quaranta - e in due quadrati di pizza precotta sembra essere quasi festa, di quelle feste che non si fanno più, con la mortadella a cubetti ed il formaggio a fettine triangolari e le patatine e le arachidi, i ritz, e tu così piccola che con la fronte non arrivi neppure al bordo del tavolo in melammina colordeglianniottanta...i crostini con il patè di fegatini di pollo che faceva mia nonna, e gli strufoli, montagne di strufoli ricoperti da una glassa luccicante di miele di acacia, la focaccia umbra al formaggio, i rigatoni con il sugo di arance e noci...


mi accanisco ai fornelli, per mangiare i ricordi di casa
ad aiutarmi, mia mamma, e mia nonna, mi parlano da un luogo lontano pieno di tepore e luce soffusa, e sorridono di me per come cerco di assomigliare... sfilo gli anelli impiastricciati di frolla e li lascio scivolare a lato sul tavolo, appena un po', e premo le dita zuccherate nell'impasto socchiudendo di poco gli occhi. ed il respiro, il loro. le mie mani, proprio come le loro. gesti come preghiere, ancora prima di capire. imparati a memoria e poi a lungo trascurati, tornano da me come a casa e mi raccontano le storie di prima, di quando ancora non c'ero, di quando, poi, sono rimasta sola. cucinare, per riportare in vita i morti.



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