non ho ancora deciso se organizzare il
mio racconto di viaggio semplicemente seguendo le tappe in ordine
cronologico o se andare ad estro, ispirata dal mood del momento –
che, per la serata di oggi, equivale a 'cena in divano più una dose
accettabile di vino di prugne'. Non ci sono solo le foto ed i ricordi
da condividere, vorrei anche sistemare quel lungo elenco di localini
che abbiamo esplorato, ma anche la mia personale lista di negozi
imperdibili, con indirizzi e siti internet di riferimento, a mia
memoria ma anche ad uso e consumo di chi si trovasse a transitare qui
per caso.
Se mi dicessero 'ok, domani ti
teletrasportiamo a Tokyo. Scegli cosa fare in un giorno perchè la
sera sarai di nuovo sul tuo divano', bè...andrei nel panico! Però
se si trattasse di consigliare ad altri cosa fare, credo che in
questo caso potrei riuscire a mantenere una certa lucidità, perché
tutto il mio bagaglio emotivo 'oh mio Dio, il mio amato Giappone'
smetterebbe in un certo senso di pesare ed obnubilare la mia capacità
di giudizio!
Così per stasera propongo un semplice
itinerario nel cuore del cuore di Tokyo, che avevo scritto qualche
tempo fa per una collega in cerca di qualche consiglio per
una prima visita nella metropoli nipponica.
Harajuku ed Aoyama sono letteralmente
il paradiso in terra per lo shopping giovane ma valgono la visita
anche per gli ‘adulti’ perché la fauna umana in cui ci si
imbatte è davvero…folkloristica!
Per lo shopping ci sono le vie
di Omotesando (più che altro atelier di stilisti ma se volete
comprare cose giappe c’è l’Oriental Bazar, carino anche se più
turistico) e Takeshita-dori (era una delle mie mete preferite ai
tempi dell'università, adoravo perdermi tra tutti i vari negozietti
specializzati in accessori di vario tipo, calzettoni e gonne scozzesi
ed ogni volta mi immaginavo vestita di tutto punto con la classica –
e sexyyy – divisa scolastica delle ragazze giapponesi – a 40 anni
ancora la devo comprare ma giuro, prima o poi lo faccio!). Proprio
lungo Takeshitadori, per un po’ di shopping economico ma
divertente, c’è Daiso, un negozio di quelli ‘tutto a 100 yen'
(ci si trova di tutto, dalle gomme da cancellare a forma di bento
alle decorazioni natalizie, ma anche articoli casalinghi, cancelleria
e tutto quello che potete immaginare), consigliato solo a chi non si lascia spaventare dal 'troppo di tutto'.
Dalla zona si raggiunge facilmente
Meiji Jingu, un santuario shintoista immerso nel verde della
sua foresta di 100 mila alberi. Bè, per me il santuario shintoista per antonomasia,
non manco mai di fargli visita - ad ogni viaggiatore i suoi luoghi del cuore, i suoi personali riti. Sulla strada per il santuario (vi
consiglio di guardare bene tra gli alberi ai lati della strada, i
ragni giapponesi sono impressionanti, per numero e dimensione!) c'è
un bel negozio di souvenir – ma questa parola non rende giustizia
al genere di articoli che vi troverete – molto tradizionali e di
qualità: certo, non mancano i magneti da frigorifero, ma ci sono
molti articoli mangerecci, oltre che ceramiche, incensi, giochi
tradizionali per bambini, furoshiki, e fazzoletti e borsette con
tessuti tradizionali, tè e molte altre classiche 'giapponeserie'
(veramente giapponesi, però!)
In zona, siccome non vogliamo solo
parlare di spese ma facciamo anche gli acculturati, c’è un
museo molto bello di stampe Ukiyo-e, Ota Memorial Museum (chiuso
il lunedì), che vi
consiglio al posto della visita al mastodontico Tokyo National Museum
(bellissimo, per carità, ma solo se volete davvero ripercorrere
l’arte giappa dalla preistoria ad oggi!). Purtroppo questa volta
l'ho trovato chiuso, per cui l'unico museo che avevo sulla mia lista,
l'ho dovuto saltare! Ma sicuramente ci ho bevuto su qualcosa.
Shibuya. Shibuya è un allegro caos che ormai
mi lascia terribilmente frastornata, ma ai tempi dell'università mi
attirava tipo lampione con le falene, con i suoi megagalattici
depaato (department stores): Marui Depaato, Seibu, 109 Building e
Tokyu Hands (il paradiso delle carabattole di ogni tipo, vale la
visita!). Ovviamente col tempo se ne sono aggiunti molti altri! Se
devo pensare alla città della luce, al neon, penso a Shibuya. Shibuya di notte mi riporta ad Akira di Otomo Katsuhiro, anche se molto meno 'dark' e post apocalittica. Ma l'immagine che sopra ogni altra me la restituisce, sempre e con nostalgia, è quella
della statua del cane Hachiko, piccola ma immensa, che se la guardo
da dietro mi fa ancora più struggimento.
Vi interessa qualche informazione in più, 'di prima mano'?
ecco i siti!
www.orientalbazaar.co.jp
www.takeshita-street.com
www.meijijingu.co.jp
www.ukiyoe-ota-muse.jp
Un'ottima guida ai ristoranti ed ai locali di Tokyo - e non solo - la trovate qui:
http://www.bento.com/
Se avete già una guida di Tokyo e/o del Giappone, il mio personale consiglio è di procurarvi anche un atlante stradale della città, io mi trovo super-bene con il Tokyo City Atlas: A Bilingual Guide della Kodansha International, in vendita anche su Amazon.it.
2 comments:
Omoshiroi!
ahah
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