riproviamoci!
Se
l'unico modo – o uno dei modi – per resistere alle tentazioni, è
cedervi, forse uno dei modi per riuscire a mantenere i buoni
propositi – ad esempio, aggiornare con costanza il blog –
potrebbe essere, ignorare i buoni propositi? O non farne, proprio per
nulla? Lasciarli affiorare ai bordi della coscienza e relegarli tra i
pensieri abortiti, rimasti per sempre sfocati, assieme alle fantasie
più sfrenate che ti senti ridicola solo ad essertici persa per dieci
secondi – ballerina di tip-tap, principessa Leila di Guerre
Stellari, Coco Chanel, la sweet sixteen di Billy Idol, la fidanzata
bassina di Gerald Butler, solo per citare quelle meno imbarazzanti –
e lasciarceli indefinitamente, a galleggiare leggeri e innocui alla
giusta distanza, dal centro della mia coscienza che compila liste
infinite di cose da fare. Una in meno. Due rampe di scale a scendere
dal mio ufficio fino all'ingresso/uscita, e mentalmente assegno ad
ogni quarto d'ora a venire un compito diverso, fino alla magica ora
in cui le zucche si tramutano in carrozze ed io comincio a lottare
con i demoni del non-sonno. A volte le scrivo pure. Se mi avanza un
po' di tempo in pausa pranzo, mi incastro tra la tastiera del pc e il
casino che domina la parte destra della scrivania, apro la moleskine
e comincio, in religiosa concentrazione, come se a scriverle fossero
già per metà fatte: non necessariamente in ordine cronologico, le
19.15 possono venire prima delle 18.45 e, bè, a volte un quarto
d'ora tracima sino ad occupare anche 25 minuti, ma io assegno
democraticamente un quarto d'ora ad ogni cosa e non se ne parla più.
Le liste. Per fare ordine. Per lasciare fuori le cose davvero
importanti e perdersi nelle inezie. Una in meno. Con stasera. Il blog
è aggiornato, giusto perchè ho smesso di preoccuparmi di farlo. E
domani sarà il turmo di qualcos'altro.
Ah,
e oggi la tajin nabe. Che sarebbe la versione giapponese della
pentola tajine. Me l'hanno regalata giusto due anni fa, durante il
viaggio in Giappone – era di moda! - va anche nel microonde, è
questa la sua meraviglia. e ci avevo dedicato anche 'un inverno di
pentole giaponesi'. Poi mi sono persa, come al solito. Ma le pentole,
pazienti, aspettano il loro momento e quando le ritrovi è come se te
le avessero regalate di nuovo. Come, più o meno, altre cose che
dimentichi sul fondo di un cassetto e che ti riportano indietro, con
uno strattone, all'esatto momento in cui ci erano scivolate dentro.
Come sa dilatarsi il tempo, o contarsi, è una cosa che mi lascia
sempre senza fiato, e piena di meraviglia.
Sarà
da lavorare sulla disposizione, ma al di là del mio scarso senso
della composizione, dodici minuti al microonde – 500 watt – senza
condimento, e le verdure sono pronte. A coronamento di un pranzo
perfetto per me, gelato panna Coop aromatizzato al matcha, con
topping unico: marmellata di fagioli azuki home-made regalatami da
una cara amica giapponese.
これから、タジン鍋の魅力を調べてみたい! |
普通のミルクアイスクリームは抹茶と交ぜてトッピングとして日本人の友達が作っ
てくれた餡こをかけた。非常に美味しい!
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